Hora
Hora, plurale Horae, nella mitologia greco-romana, una qualsiasi delle personificazioni delle stagioni e delle dee dell’ordine naturale; nell’Iliade erano i custodi delle porte dell’Olimpo. Secondo Esiodo, le Horae erano i figli di Zeus, il re degli dei, e Themis, una Titanessa, ei loro nomi (Eunomia, Diga, Eirene—cioè, Buon ordine, Giustizia, Pace) indicano l’estensione delle loro funzioni dalla natura agli eventi della vita umana. Ad Atene erano apparentemente in numero di tre: Thallo, Auxo e Carpo, le dee dei fiori della primavera e dei frutti dell’estate e dell’autunno. La loro festa annuale era l’Horaea. Nell’adade di Omero sono i guardiani dell’Olimpo. Nell’Inno omerico ad Afrodite salutano Afrodite alla sua nascita e la accompagnano nell’Olimpo. Appaiono per la prima volta nell’arte sul vaso François (c. 570 ac), che li mostra assistere alle nozze di Peleo e Teti. Nel periodo ellenistico e romano le Horae divennero le quattro stagioni, figlie del dio sole, Helios, e della dea luna, Selene, ciascuna rappresentata con gli attributi convenzionali. Successivamente, quando il giorno fu diviso in 12 parti uguali, ognuna di esse prese il nome di Hora.
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